Bagnetto e massaggio: importanti per lo sviluppo del neonato
Contatto pelle contro pelle: annusarsi, guardarsi negli occhi, sfiorarsi. Starsi ‘addosso’, fisicamente. Il legame con un neonato passa anche attraverso i suoi (e i nostri) sensi:attraverso l’udito, la vista, l’olfatto, il tatto. Non solo questo contatto strettissimo dà fiducia al neonato, e lo fa sentire amato, ma ne accresce anche le capacità cognitive.
Mi ha sempre colpito, quando studiavo pedagogia, uno studio sull’importanza del legame fisico e amoroso della madre (ma anche del padre) con il neonato: secondo Spitz e Winnicott, all’inizio il neonato nasce in uno stato di non differenziazione, cioè è un tutt’uno con la madre, dalla quale progressivamente si distingue. Mahler la chiama unità simbiotica.
Addirittura la mancanza di amore e di cura, nei primi giorni di vita, può condurre alla morte del neonato, che si abbandona letteralmente a se stesso.
La sincronia biologica tra madre bimbo è quasi una simbiosi ritmata: tra madre e figlio nasce una musica relazionale, una sinfonia di molte note.
… il bambino nasce all’interno di una coppia, ma in un primo momento stabilisce dapprima una relazione privilegiata con la madre (o colui che accudisce), la quale è come uno specchio, per il bambino. Questo legame forma, nel neonato, l’immagine psichica materna del bambino, ovvero l’immagine che il bambino crea dentro di sé nella sua relazione con la madre: se lo specchio della madre riflette la sensazione di un bambino amato e ‘buono’, allora il bambino si sentirà amato, e buono.
Gradualmente il bambino si rivolge al padre (o alla seconda figura di accudimento), dall’età dei primi passi e fino ai 6-7 anni. Il bambino che possiede una sola immagine materna è infatti un bambino a una sola dimensione. Per uno sviluppo soddisfacente, il bambino ha bisogno di ‘rinascere’ una seconda volta riflettendosi nello sguardo del padre (o del secondo genitore), per ricevere anche la sua immagine paterna. Le due immagini, materna e paterna, promuovono la crescita e la qualità della crescita del bambino, nella sua interezza.
– Rocco Quaglia, Il Disegno dello Scarabocchio; Natura dell’immagine –
Per questo mi piace sempre ribadire che il bambino non è proprietà della madre, ma è responsabilità della coppia, qualunque coppia essa sia. E che l’accudimento del neonato, sin dai primi mesi di vita, può e deve essere condiviso, e ciascuno può apportare il suo amore e il suo stile di accudimento nello sviluppo cognitivo e sensoriale del bambino.
Il bambino si fida del padre solo se la madre si fida di lui.
E la fiducia passa non solo attraverso lo sguardo d’amore, ma anche attraverso il contatto, l’abbraccio, il tatto, la voce e il tempo.
Un neonato ha bisogno di tutto il nostro tempo.
Ha bisogno di toccarci, e di essere toccato.
Ha bisogno di un tocco amorevole.
Ha bisogno di essere guardato e guardarci.
Ha bisogno di stare in braccio e addosso ai suoi genitori, più tempo possibile.
Il bambino all’inizio della vita sente, ma non è in grado di differenziarsi da ciò che sente: è tutt’uno con ciò che sente, è puro sentimento. Il sentimento di sé è il fondamento su cui si innalzerà l’immagine del bambino, il calco del nostro sentimento.
– Rocco Quaglia, ADAMO: L’infanzia inesistente –
Il neonato ha tutte le competenze necessarie per interagire con il mondo; non è una tabula rasa, ma ha già ricordi e memorie prenatali e perinatali e immagazzina ricordi sotto forma di stimolazioni sensoriali: la voce della madre e del padre attraverso la pancia, gli odori del mondo circostante, i sapori dei cibi ingeriti dalla madre, il suono del suo battito cardiaco, la musica e i rumori della casa in cui ha vissuto la gestazione. Il cervello del bambino è in grado di promuovere sin dalla pancia lo sviluppo multi sensoriale del feto.
Ne abbiamo parlato proprio pochi giorni fa all’evento So Much More di Johnson’s: il contatto emotivo e tattile che noi abbiamo con un neonato, è molto di più che un semplice bisogno di cura o di igiene. Gli esperti di Johnson’s hanno studiato questo profondo legame tra genitori e neonato, e lo hanno applicato non solo ai prodotti, ma anche alle opportunità che il semplice bagnetto o massaggio possono fornire nella relazione. Lo stesso bagnetto non è un momento che attiene semplicemente alla giusta igiene e idratazione del bambino, ma è molto di più: è un’esperienza emotiva a relazionale che i genitori possono offrire al bambino, per rafforzare il proprio legame di famiglia.
Una famiglia che stimola il bambino attraverso il linguaggio dei sensi, che è il linguaggio proprio di un bambino piccolissimo.
E infatti, già nella pancia della mamma, accadono cose straordinarie:
- a 4 settimane di gestazione si formano gli occhi, che a fine gravidanza saranno in grado di percepire i cambiamenti di luce e buio attraverso la pelle della madre;
- a 6 settimane si forma il senso del tatto: speso i bambini giocano a tirare il cordone, nella pancia, o si succhiano il dito come atto consolatorio;
- a 17 settimane si forma il complessissimo organo della pelle;
- a 25 settimane si forma il senso dell’udito;
- a 28 settimane si percepiscono gli odori (olfatto) e i sapori (gusto).
Abbiamo quindi un neonato che, alla nascita, è già competente (il bambino è competente: lo diceva Maria Montessori). E noi non dobbiamo fare altro che accompagnarlo in uno sviluppo armonioso della sua personalità, delle sue emozioni, delle relazioni e dello sviluppo cognitivo.
Anche quando il neonato sembra non fare nulla, è in una sorta di ‘veglia vigile’, in cui capta gli stimoli esterni per conoscere e interpretare il mondo.
Una relazione di reciprocità aiuta il neonato a realizzarsi pienamente come adulto, con se stesso e gli altri = empowerment (v. post su Delors)
La cosiddetta marsupio terapia, con il suo contatto pelle contro pelle, è uno dei modi migliori per stimolare il neonato e farlo sentire amato: ha un potente impatto cognitivo e funzionale alla crescita. Questo contatto aumenta la resilienza del bambino, e poi dell’adulto che sarà, intesa come la capacità dell’individuo di affrontare e superare eventi traumatici futuri, o periodi di difficoltà. Quella che qui io ho sempre chiamato bagaglio di felicità, ecco. Copyright © Asilo bilingue - Asilo nido brescia