Facciamo la pappa
Il momento della pappa in casa nostra è sereno o pieno di tensioni? Quando siamo a tavola tutti insieme è un momento felice, o un campo di battaglia? Come possiamo rendere piacevole il momento del pasto con i bambini?
Il Metodo Montessori fai da te ci può aiutare anche in questo: possiamo rendere belle le nostre cene, senza affannarci e senza litigare, con alcune piccole regole condivise, ma soprattutto praticando la serenità.
E non è semplice, perché il cibo per noi (italiani?) è un momento sempre delicatissimo: abbiamo paura che i bambini non mangino abbastanza, che soffochino, che non siano ben nutriti. Sono tutte paure legittime, che a volte ci spingono a commettere alcuni errori che poi pagheremo in futuro: cerchiamo di prevenirli!
Gli errori (in buona fede) che vedo spesso nei giovani genitori durante il momento della pappa:
- Rimandare troppo lo svezzamento, o anticiparlo eccessivamente: molto meglio partire dal sesto mese e darsi come obiettivo che il bimbo, entro l’anno, mangi in modo simile al resto della famiglia;
- Frullare le pappe per troppo tempo, per la legittima paura di soffocamento: ma in questo modo il bambino potrebbe avere in seguito problemi di deglutizione, di masticazione, di ritardo nel linguaggio;
- Dare troppo da mangiare: e qui non so se è la mentalità italica a parlare per noi, ma tendenzialmente in famiglia non si controllano le grammature e si tende a sovralimentare i bambini;
- Imboccare i bambini in fretta, o distrarli durante il pasto: in questo modo il bambino viene ‘ingozzato’ senza avere la consapevolezza del cibo che sta mangiando, e potrebbe diventare a rischio obesità o avere problemi alimentari da grande.
Il rischio maggiore è sfidarsi a vicenda: si innescano meccanismi di comando, in cui c’è una forte tensione, e si dà luogo a una lotta di potere su chi deve vincere la sfida del pasto; tra il bambino che si rifiuta e si fa venire i conati di vomito o lancia il cibo in terra e i genitori che lo minacciano di punizioni o gli impongono di finire tutto ciò che ha nel piatto.
Riavvolgiamo il nastro, facciamo un passo indietro! Ecco il momento di pensare al Metodo Montessori e alle sue idee per un pranzo conviviale sereno e svolto in piena autonomia.
Cosa c’entra la Montessori? Maria Montessori è sempre stata una grande sostenitrice dell’autonomia dei bambini, i quali, secondo lei, sono persone (piccole) molto intelligenti e capaci. A loro si deve mostrare (non insegnare, ma dimostrare con l’esempio e l’imitazione) che possono prendersi cura di sé e farlo bene, imparando a mangiare, sparecchiare e apparecchiare, pulire il tavolo, versarsi l’acqua e anche tagliarsi il cibo autonomamente.
A tavola tutti insieme
Per questo, nelle Case dei Bambini, tutto è a misura di bambino: un tavolino basso con sedie adatte, in cui i bambini possano mangiare seduti comodi e senza arrampicarsi, possano fare i camerieri per i loro compagni e imparare l’autonomia. Questo è il tavolo dello svezzamento.
In casa possiamo trovare un compromesso: un tavolino basso potrà servire per la merenda o la colazione e poi il bambino avrà a disposizione una sedia alta e facile da utilizzare, per stare a tavola con la famiglia.
Rendere semplice il raggiungimento dell’autonomia dei bambini anche attraverso il pasto:
- forchette e coltelli adatti alla loro età e facili da impugnare,
- piatti e bicchieri veri da maneggiare con cura,
- sedie o seggioloni che permettano loro di stare alla stessa altezza del tavolo e allo stesso tempo di scendere in autonomia.
Svezzamento tradizionale o autosvezzamento?
Ci accorgiamo che un bambino è pronto ad essere svezzato da vari segnali importanti, che non vanno ignorati: ignorare questi segnali, e quindi anticipare o posticipare il divezzamento, potrebbe portarlo al rifiuto del cibo.
Un bimbo è pronto ad essere svezzato quando:
- è in grado di stare seduto correttamente, sostenendo la schiena e la testa;
- riesce ad afferrare e tenere in mano gli oggetti;
- prova curiosità verso il cibo dei grandi.
Anche avere un primo dentino è un segnale che il bimbo può essere svezzato. Il modo in cui lo svezziamo, è una nostra libera scelta. C’è chi sceglie lo svezzamento tradizionale e chi l’autosvezzamento, chi usa un metodo misto (che è quello che io preferisco).
Nello svezzamento tradizionale seguiremo uno schema fornito dal pediatra, con una pappa composta da brodo di verdure, omogeneizzato o liofilizzato di carne, una verdura. Ogni nuovo alimento viene proposto a distanza di circa 1-2 settimane. Il rischio è protrarre troppo tempo la proposta di pappe frullate, rallentando le capacità masticatorie del bambino.
Nell’autosvezzamento il bambino invece ha la possibilità di mangiare la pappa non frullata, ma servita in piccoli pezzi, da mangiare autonomamente: assaggia ciò che i genitori mettono in tavola. Questo presuppone che il bimbo sia effettivamente in grado di masticare e deglutire bene, e anche che l’alimentazione della famiglia sia adeguata per lui (senza sale, con pochi condimenti e grassi). Il rischio qui è che il bambino si alimenti troppo poco.
A me piace di più il metodo misto: personalmente ho preferito, nelle prime settimane, uno svezzamento tradizionale, pur accorciando i tempi di introduzione di nuovi alimenti e nello stesso tempo ho dato pezzetti di cibo per rendere partecipe mia figlia della nostra cena. In questo modo abbiamo iniziato ad introdurre cibi e consistenze diverse, e il tempo delle pappe frullate è durato poco.
Ciò che dobbiamo imparare è allontanare la paura del soffocamento e studiare sia come proporre il cibo nel modo giusto, sia come gestire un eventuale manovra di soccorso. Il mio consiglio è sempre quello di fare un corso di primo soccorso pediatrico, che ci sarà utile in tante occasioni – ma speriamo di no! – ma soprattutto ci darà la calma necessaria ad affrontare ogni imprevisto con la lucidità che serve.
Come offrire il cibo al bambino nei primi mesi di svezzamento:
- controllarne la temperatura, in modo che non sia bollente;
- tagliare il cibo duro in piccoli pezzi: no fettine di carota a rondelle, sì bastoncini di carota tagliati poi a dadini… e così via;
- tagliare a pezzi molto piccoli gli alimenti molli, apoccicosi o scivolosi, che oppongono resistenza alla deglutizione, come wurstel e mozzarella, prosciutto, kiwi…;
- tagliare a dadini piccoli tutto ciò che è rotondo, come olive, chicchi di uva, ciliegie, nocciole, noccioline, noci… eliminando il nocciolo centrale.
Prendiamo precauzioni di questo tipo fino ai tre anni circa di età. Divieto assoluto di caramelle e chewingum: del resto non li hanno mai assaggiati, non potranno sentirne la mancanza!
fonte: mammafelice
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