Quando è pronto per il nido? Dall’ inserimento al distacco tutti i consigli per affidare il bambino all’asilo nido
29 luglio 2011, 16:55
Vi sono 2 possibilità, entrambe valide, per affidare il bambino all’asilo nido.
Dopo l’anno di vita: la soluzione ideale è aspettare fino a quando il piccolo ha acquisito quella che gli esperti chiamano la rappresentazione mentale dell’oggetto. È quando si rende conto, cioè, che la mamma continua a esistere anche se scompare dalla sua visuale. Questo accade normalmente dopo il primo anno di vita.
Prima dei 6 mesi: se non fosse possibile aspettare il primo compleanno, è importante provvedere per tempo a trovare un’assistenza adatta fin dai primi mesi di vita, in modo che l’allontanamento della mamma sia graduale e il piccolo si abitui a chi si prenderà cura di lui prima dei 6 mesi, quando inizia la fase dell’ansia da separazione.
Quale che sia la soluzione scelta, è fondamentale che nel primo anno di vita il bambino viva in una situazione stabile, con ritmi molto regolari. Se la scelta è tra un continuo cambio di baby-sitter e il nido, è senz’altro preferibile quest’ultimo.
Dalla parte della mamma
Anche la mamma deve prepararsi
Rispettare i tempi del piccolo è essenziale, ma non basta. Anche la mamma deve essere pronta. Altrimenti, rischia di trasmettere ansia e dispiacere, comunicando al bambino la falsa impressione che la separazione è una cosa negativa e che andare all’asilo è una specie di male ineluttabile che pone fine ai tempi felici della primissima infanzia. È indispensabile quindi che, dopo aver valutato le diverse alternative, voi per prime siate persuase della bontà della vostra scelta.
Prima di iniziare l’inserimento vale la pena di porsi 3 domande:
- Temete che il nido non sia la soluzione migliore per voi e per il bambino?
- Sentite di fare un torto al bambino, affidandolo ad altri?
- Quando lo lasciate al mattino, fate fatica a reprimere le lacrime e cercate un pretesto qualsiasi pur di tornare indietro?
Se la risposta a queste 3 domande è affermativa, vuol dire che avete ancora molte resistenze a separarvi dal bambino. Dovete, quindi, lavorare su voi stessi per trasmettergli una visione positiva della sua nuova esperienza al nido.
L’inserimento
In vista dell’allontanamento dalla mamma e dell’ingresso al nido, è importante prevedere un ambientamento a tappe.
• Prima di cominciare: è bene che il bambino abbia modo di sperimentare qualche breve separazione dai genitori. Quindi, dovrebbe inizialmente stare un’ora, poi due, ed eventualmente tutto il pomeriggio in compagnia di una persona di fiducia. È anche importante dargli modo di incontrare qualche suo coetaneo, per fargli prendere confidenza con gli altri bambini.
• Il primo giorno: accompagnate il bambino al nido coinvolgendo se possibile anche il papà, la cui presenza è molto importante per trasmettere rassicurazione.
• Nella prima settimana: state con il bambino al nido per un paio d’ore. Poi, man mano che il piccolo si abitua al nuovo ambiente, potete iniziare a lasciarlo solo, ogni volta sempre più a lungo.
In ogni caso, saranno le educatrici a gestire i tempi e le modalità dell’inserimento, in modo che il bimbo e con lui i genitori abbiano tempo di abituarsi alla nuova situazione.
Il distacco
Il momento dei saluti è il più difficile, sia per la mamma che per il bambino, soprattutto nei primi giorni.
• Stabilite un piccolo rituale rassicurante: deve essere ripetuto ogni giorno al momento del congedo. Date al bambino il suo gioco preferito oppure accompagnatelo fino al suo armadietto. Se nel momento in cui ve ne andate il bambino è abituato a seguire un rituale, imparerà ad anticipare, prima del distacco, una serie di abitudini che lo rassicurano e che gli danno gioia.
• Non cercate pretesti: non inventate bugie per allontanarvi senza vederlo piangere. Potreste pregiudicare la fiducia che ripone in voi perché si sentirebbe tradito e la prossima volta piangerà ancora di più.
• Salutate sempre il bambino quando lo lasciate: se è agitato coccolatelo e parlategli con dolcezza, senza fretta e rassicuratelo con la promessa di tornare presto. È molto importante spiegargli che andate via per un periodo di tempo più o meno lungo e che poi tornerete da lui. Nei piccoli, la capacità di comprensione delle parole si sviluppa molto più rapidamente della loro abilità linguistica.
• Andatevene senza indugi anche se piange: in molti casi il suo pianto si calma dopo pochi minuti. Prolungare oltre i termini della ragionevolezza i riti del congedo non serve a evitare i pianti. Anzi, in genere li accentua e infonde nel bambino la convinzione che non siete sicuri di quello che state facendo. Dopo aver coperto il bambino di coccole, gli direte con dolce fermezza: “Lo sai che non mi piace lasciarti, ma sai anche che devo andare”. Andatevene senza ulteriori discussioni né sensi di colpa. Con la stessa dolce fermezza che utilizzate, per esempio, quando gli togliete di mano i fiammiferi.
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