SVEZZAMENTO . Dalle prime pappe alla tavola dei grandi
09 agosto 2011, 21:25
Schematizzando, i momenti chiave dello svezzamento sono questi:
- introduzione delle prime pappe, più o meno a 6 mesi;
- alimentazione complementare, almeno fino a 1 anno, con la proposta graduale di alimenti nuovi oltre al latte materno;
- dopo l’anno, progressivo affermarsi dei cibi solidi;
- intorno ai 2 anni, conquista del pasto “adulto” pluriportate.
6 mesi
Il latte della mamma è l’alimento perfetto per ogni neonato, al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di prolungare l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi. Dopo questo periodo al piccolo occorre un po’ di energia in più, e questa necessità aumenta progressivamente con la crescita.
Inoltre, dopo i 6 mesi, cresce il bisogno di ferro, e c’è una maggiore necessità di zinco e di vitamine. Ne deriva l’esigenza di affiancare al latte alimenti ad alta densità nutritiva.
Abituato al calore del seno il bimbo si trova a fare i conti con il cucchiaino, deve utilizzare la lingua e il palato:dunque è normale che le reazioni alle prime pappe non siano generalmente di grande entusiasmo.
7-12 mesi
Il ventaglio degli alimenti complementari si allarga, ma sempre con gradualità, in modo da rendere più facile individuare la causa di eventuali reazioni allergiche.
Dagli 8-9 mesi in poi, puoi dargli gli alimenti “normali”, preparandoli ad hoc per il piccolo: la frutta potrà essere grattugiata, la verdura passata o in purea, la carne tritata. Quanto al ritmo dei pasti principali, fino ai 10 mesisarà: una pappa a mezzogiorno, una alla sera e latte al seno per il resto della giornata. Se dovesse gradirlo, dal 9° mese puoi anche proporgli uno spuntino a base di frutta o yogurt.
Dal 10°-11° mese i pasti complementari al latte materno possono diventare tre, con l’aggiunta di uno spuntino.
Passati i primi 12 mesi il cucchiaino è ormai diventato uno strumento che lui padroneggia con discreta abilità e non è raro che il bimbo non voglia più essere imboccato.
Dopo l’anno, terminata la fase più delicata dello svezzamento, il tuo piccolo può mangiare quasi di tutto e diventa importante fargli acquisire abitudini alimentari corrette.
Fai mangiare il tuo piccolo con il resto della famiglia: condividere il momento del pasto ha soprattutto il senso di farlo partecipe del clima familiare che si crea a tavola, dandogli la possibilità di osservare gli adulti, di confrontarsi e, in sostanza, di imparare. I pasti, sempre quattro, a questo punto vanno proposti a orari regolari. Senza forzare, abbandona gradatamente il pasto monoportata per suddividerlo in un primo e in un secondo piatto.
Il primo piatto deve apportare una giusta quantità di amido, oltre che di sali minerali e vitamine; le verdure, a pezzettini, si devono affiancare al secondo a base di carne, pesce o altri alimenti proteici. Di tanto in tanto, proponi comunque anche un piatto unico, dalla composizione completa ed equilibrata, fondato sulla preziosa associazione di cereali e legumi.
A 2 anni il tuo bambino può essere un mangione o, ad esempio, tutto il contrario.
Nel primo caso è probabile che la composizione dei pasti principali sia inadeguata e insufficiente a soddisfare il suo bisogno di energia. Occorre rivedere la dieta nel suo complesso, ma no ai fuori pasto: aprirebbero la strada ad abitudini scorrette.
Se, all’opposto, tuo figlio dovesse mangiare poco, non è un problema: dal secondo anno di vita, quando la crescita prende un ritmo più lento, è normale che dimostri meno appetito. Il segreto è rispettare le sue manifestazioni spontanee di gusto e appetito.
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